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Chi impedisce la riqualifica di cosa?!

 

Stamane si è presentato alle porte del CSO il progettista di una ditta che, interessata a partecipare al famoso bando per l’assegnazione dei lavori di “messa insicurezza” dell’ex Collegio, è venuta a dare un occhio alla struttura e valutarla. Come più volte dichiarato, abbiamo accolto il progettista, permettendogli di girare la struttura.

Durante il giro dell’ex Collegio, scambiando due chiacchiere, sono usciti fuori dei punti abbastanza interessanti. A proposito del bando, infatti, le novità di cui siamo venuti a conoscenza sono che in realtà, e a differenza di quanto detto dalla Sovrintendenza, quei 3.600.000 euro servirebbero per ripristinare la prima corte e la messa in sicurezza dei tetti. Inoltre, non sarebbe la terza corte quella individuata come luogo per l’angolo bookshops e caffetterie, bensì proprio nei locali che danno sulla prima corte è prevista la presenza di queste attività.

Apprese tali notizie, continuiamo a smentire l’Architetto Caffo, la quale ha affermato più volte quanto la nostra presenza impedisca alle ditte di valutare la struttura e dunque partecipare al bando per l’assegnazione dei lavori. Smentita la nostra che, ancora una volta, non si basa solo ed esclusivamente su dichiarazioni o valutazioni soggettive bensì sui fatti, come stamane accade aprendo la porta alla prima ditta interessata all’appalto.

Inoltre ci chiediamo perché, davanti alla nostra palese chiarezza rispetto le nostre intenzioni e le nostre posizioni, rispondere con progetti di ripristino che non esistono? Perché non dire fin da subito che la parte oggetto di intervento sarà solo ed esclusivamente la prima corte? Ci accusano di aver sbagliato tempi, modi e interlocutori, ma tanta ambiguità e incertezza della controparte ci dimostrano tutto il contrario.

Noi abbiamo iniziato una nuova settimana al CSO, la seconda che ci accingiamo a vivere in luogo deserto da quattro anni. In poco più di una settimana, abbiamo attivato un’aula studio, una galleria d’arte permanente, una stanza della creatività; il CSO è un luogo dove ci si può riunire, come fanno gli studenti del KAOS; abbiamo ospitato e ospiteremo assemblee tematiche e seminari. Messa così, chi ha sbagliato modi, tempi e interlocutori?!DSCN8920

Bloccata rete no muos. Michele libero subito!

 

Nella giornata di ieri era stata indetta dalla fantomatica rete no muos un corteo regionale contro l’installazione della base militare a Niscemi. Ennesima mossa questa di chi, facente parte di partitini di destra e a Casa Pound, è ormai abituato a cambiare forma per poter strappare spazio politico all’interno delle lotte altrui. Una cinquantina, non più, le presenze al corteo, dimostrazione di quanto poco e ininfluente sia il loro peso.

Il movimento NoMuos, da antifascista quale è, ha naturalmente presenziato alla manifestazione per bloccare quella sfilata, ritenuta illegittima.

Come spesso accade, le forze dell’ordine si sono schierate davanti un movimento antifascista, caricandolo più volte a freddo. Come spesso accade, il braccio esecutivo dello stato difende partiti e associazioni fasciste, attaccando chi si dichiara antifascista e crede che non si possa, e non si debba, lasciare spazio alcuno all’estrema destra.

Apprendiamo che durante la manifestazione di ieri è stato arrestato Michele, un nostro compagno. Non possiamo che esprimergli la nostra massima solidarietà. Continueremo dopo ieri a contrastare in tutti i modi la costruzione del muos e la presenza della base americana a Niscemi; lo faremo continuando a parlare del movimento nella nostra città, andando a Niscemi, vivendo il presidio alle porte della base.

Michele libero subito!

NO MUOS fino alla vittoria!

LIBERI-TUTTI

La Sovrintendenza bussa, il Collettivo Aleph risponde: “Occupato!”

Abbiamo avuto l’occasione di leggere le dichiarazioni dell’Architetto Caffo, venuta recentemente in visita presso il C.S.O. Ex Collegio. L’Architetto parla di una nostra “domanda” di spazi di aggregazione che secondo lei andrebbe rivolta al Comune: ma l’occupazione non è una “domanda di spazi di aggregazione”, bensì una risposta diretta e dal basso alla loro mancanza. Data la gestione innegabilmente criminale della struttura dell’Ex Collegio, che, se non da parte della dott.ssa Caffo appena arrivata, sicuramente perpetrata dai suoi omologhi predecessori, non abbiamo affatto sbagliato referente. Se vogliamo parlare di tempi sbagliati invece, sicuramente non sono i nostri, visto che i finanziamenti di cui si parla sono pronti dal ‘98 e che la scuola è stata sfrattata nel 2009. Se, come dice la Caffo, il progetto di messa in sicurezza è stato approvato nel 2003, a struttura chiusa si sono avuti a disposizione più di quattro anni. Probabilmente negli uffici della Sovrintendenza mancano i calendari…

In questi quattro anni non c’è stato neanche il minimo interessamento da parte di qualsivoglia ente pubblico: se la struttura fosse stata davvero ritenuta importante così come afferma adesso la Sovrintendenza, si sarebbe dovuto provvedere a sorvegliare l’edificio, impedendo le frequenti “scorribande” di ragazzini all’interno. Ci chiediamo: perché le imprese di cui parla l’Architetto Caffo non sono entrate a visionare i locali in questi 1460 e più giorni di totale incuria? Ci chiediamo se le sue affermazioni non siano puramente strumentali a far ritornare l’ex Collegio dei Gesuiti nel suo precedente stato di abbandono. Tuttavia, come abbiamo più volte affermato anche allo stesso Architetto Caffo, l’occupazione non impedirà alle eventuali imprese interessate di prendere visione dei luoghi. Questo lo garantiamo: lo dimostra il fatto che la Sovrintendente e i dipendenti della Biblioteca Regionale siano stati fatti entrare in tutta libertà e nel massimo rispetto. Di conseguenza, non capiamo in che modo l’occupazione possa impedire l’avanzamento del presunto processo che porterebbe all’inizio effettivo dei lavori.

Invitiamo inoltre la città intera a verificare le condizioni di agibilità della parte occupata e a decidere se l’inagibilità sia reale e tangibile oppure se è l’ennesima scusa per tenere chiuso un luogo pubblico, o la mossa tattica – come fortemente sospettiamo – per costringere l’Istituto d’Arte, dopo anni di scontri e resistenze, a lasciare l’immobile alla Regione che aveva e ha ancora l’interesse a riunire all’interno dell’ex Collegio la Biblioteca Regionale: se così non fosse, e se la struttura è veramente pericolante e rischiosa come viene detto, come giustificare l’ingresso dal portone di via Gesuiti di personale della Biblioteca senza alcuna protezione di sorta? Come è stato possibile che si sia messa a rischio l’incolumità di alcuni lavoratori?

DSCN8920 Non ci può essere chiesta fiducia in base alle dichiarazioni e alle “buone intenzioni”, perché quattro anni di abbandono dell’ex Collegio dei Gesuiti, facente parte del Patrimonio UNESCO, pesano più di mille parole. Gli atteggiamenti in questi anni di tutti gli enti a cui la Sovrintendenza vorrebbe che ci rivolgessimo, non possono che farci rimanere diffidenti nei confronti di quelle istituzioni che si sono confermate parti integranti e colpevoli del “Sistema dello spreco”. Come più volte abbiamo dichiarato, non lasceremo l’ex Collegio prima di aver visto l’inizio dei lavori che consentiranno l’apertura alla città di questo edificio. Fino a quel momento, l’Ex Collegio sarà per noi un centro sociale occupato.

CSO EX COLLEGIO: prime valutazioni

 

A pochi giorni dall’occupazione sentiamo l’esigenza di enfatizzare alcuni punti.

 

Siamo occupanti del CSO Ex Collegio da più di tre giorni ormai. Le nostre giornate si sviluppano tra i lavori di pulizia e l’organizzazione delle attività, tra le fatiche dei lavori di manutenzione e le risa dei momenti di aggregazione, tra assemblee e chiacchierate informali. In questi tre giorni abbiamo incontrato tante persone, vecchi amici e nuovi attratti da quest’avventura, pronti a rimboccarsi le maniche, a comprare e mangiare un panino per autofinanziare il CSO oppure semplicemente a portare la colazione o un caffè la mattina.

 

Abbiamo anche ricevuto la visita di chi pretende la nostra uscita dall’edificio perché inagibile o perché, a loro dire, interrompiamo un “servizio pubblico”. Ciò a cui si riferiscono è infatti un deposito della Biblioteca Regionale che, a causa della nostra presenza, dicono non possa essere utilizzato. La verità è che, qualora dovesse essere utilizzato, tale deposito sarebbe assolutamente accessibile dai funzionari, che di certo non troverebbero da parte nostra nessun impedimento.

 

DSCN8920La domanda che sorge spontanea, però, è un’altra. Questo edificio è inagibile PER CHI? Perché sembra che i criteri di agibilità cambino a seconda dei soggetti coinvolti. L’ex Collegio risulta inagibile per l’Istituto d’Arte, buttato fuori in un baleno nel 2009; è inagibile per noi, occupanti dell’edificio; non sembra esserlo per la Biblioteca Regionale che mantiene un suo deposito all’interno a cui hanno accesso i propri funzionari. Questa domanda vorremmo rivolgerla a chi sarebbe in grado di darci delle risposte. Nei palazzi istituzionali di Soprintendenza, Regione e compagnia bella tutto tace. Eppure ci piacerebbe sentire le loro giustificazioni davanti al fatto che, data l’inagibilità che ha svuotato una volta l’edificio nel 2009 e che dovrebbe giustificare una nostra uscita immediata, dei funzionari regionali sono obbligati ad entrare dentro lo stesso edificio dichiarato inagibile, senza nessun tipo di tutela o garanzia rispetto la loro incolumità.

 

Ma le contraddizioni che sentiamo aleggiare sull’Ex Collegio non sono finite.

 

Fin da subito abbiamo dichiarato che qualora i lavori di messa in sicurezza dovessero partire, per cui “usciamo noi per fare entrare subito dopo gli operai”, noi saremmo stati ben disposti ad andare via dall’edificio. Le notizie che circolano però circa le intenzioni, una volta rimesso in sicurezza, di dare una parte dell’Ex Collegio (la terza corte parrebbe) a delle  imprese private ci inquietano non poco. Infatti, perché tollerare che un edificio pubblico, messo in sicurezza con soldi pubblici, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, venga dato, seppure in parte, in mano a imprese private? Perché perpetrare quella che sembra ormai una prassi a Catania, ovvero la fruizione di spazi pubblici necessariamente filtrata dal privato (come Piazza Lincoln o Piazza Europa)? Anche in questo caso, vorremmo sentire la posizione di chi ha delle responsabilità in merito.

Nonostante l’assenza di tali dichiarazioni, nonostante i nostri dubbi irrisolti, nonostante il tentativo di portare il discorso su un piano diverso, noi continuiamo ad occupare l’Ex Collegio, a fare le nostre attività, a pensarne di altre.

 

Da mercoledì 26 novembre aula studio attiva dalle ore 18.00 alle ore 24.00

Ogni mercoledì assemblea di gestione e politica del Collettivo Aleph alle ore 20.00

Giovedì 27 novembre assemblea generale di presentazione alle ore 19.00; a seguire djset.

 

Vi aspettiamo al CSO EX COLLEGIO

via Gesuiti, 1 (traversa di via Crociferi)