Il 13 febbraio scorso il TAR ammette, in una lunga sentenza, che il MUOS è abusivo. Dopo i primi giorni di esultanza da parte di molti, presto si è capito che questa sentenza è solo una tappa, una delle tante e importanti conferme di come il movimento tutto ha sempre avuto ragione a non volere il MUOS. Da qui l’esigenza di indire una manifestazione nazionale che non soltanto pretende il rispetto della sentenza, ma che ricorda a tutti che essere contrari al MUOS significa anche essere contro ogni guerra e contro la militarizzazione del territorio.
Da quando la manifestazione è stata indetta ad oggi, alle porte del 4 aprile, sono successe molte cose. I lavori alla stazione MUOS hanno continuato il loro normale corso, richiamando in Contrada Ulmo la presenza attiva delle attiviste e degli attivisti no muos che hanno quindi ripreso a bloccare l’accesso alla base. Inoltre, come se ce ne fosse ancora bisogno, ad ulteriore conferma di quale è la posizione del governo italiano in tutta questa vicenda, arriva repentino il ricorso della sentenza in CGA da parte del Ministero della Difesa italiano, affermando così che il governo preferisce tutelare gli interessi di una super potenza invece che quelli di un intero popolo.
In questo quadro quindi, l’esigenza di partecipare, di scendere nuovamente in piazza si è fatta sempre più forte. Arriva poche ore fa la notizia del sequestro della stazione MUOS per ordine della procura di Caltanissetta. Notizia che può certamente essere letta in modi diversi. Da un lato come una conquista dopo il duro lavoro degli avvocati e settimane di pressante richiesta da parte dei comitati affinché la sentenza venga rispettata per quella che è. Dall’altro come parte di una storia già scritta e già vissuta, almeno dal movimento no MUOS. Non è molto lontano l’ottobre 2012 quando,a pochi giorni prima di una delle prime grandi manifestazioni no muos in Contrada Uomo, la stessa procura di Caltanissetta ordinò il sequestro del cantiere; sequestro revocato pochi giorni dopo, senza nessuna degna motivazione, senza che nulla fosse di fatto cambiato. Il fatto che questo sequestro arriva a più di un mese dalla sentenza del TAR, nonostante da settimane continuano i lavori alla stazione con la sola presenza degli attivisti a “disturbare” il normale corso delle cose, a pochi giorni di una manifestazione nazionale, fa credere che la vera intenzione della procura è quella di disincentivare la partecipazione delle persone alla manifestazione del 4 aprile, facendo appello al “senso di fiducia” nelle istituzioni.
È chiaro che questo sequestro è anche merito della pressione di attiviste e attivisti. È però anche chiaro che non basta. Se il MUOS è abusivo, il MUOS va eliminato. Il sequestro è un passo importante, tanto quanto la sentenza, ma da solo non ha senso. La partecipazione dal basso, l’impegno e la ripresa della mobilitazione posso dare senso a queste misure, mettere alle strette chi decide e costringerlo a prendere posizione.
Partecipare sabato a Niscemi per noi acquista dunque maggior senso.
Se “i popoli in rivolta scrivono la storia” allora è tempo di girare pagina e scendere in piazza.
Il 4 aprile sarà colore no muos!