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Non c’è condanna per chi lotta!

Abbiamo tutti in mente, vivide, le immagini della Libera Repubblica della Maddalena. Un’esperienza di resistenza e riappropriazione dal basso, di vita e politica comune che difficilmente si può dimenticare.

indexOltre a quel mese e più d’esperienza comune, ricordiamo bene anche la repressione, violenta e indiscriminata che abbiamo dovuto subire, per ben due volte due volte. Il 27 giugno 2011 prima, durante lo sgombero della Libera Repubblica, e il 3 luglio 2011, durante il corteo comune che ha attraversato la valle. Ruspe e idranti prima, manganelli e lacrimogeni dopo.

Inutile ripetere ciò che è stato, raccontare ancora la cronaca di quello sgombero, la cronaca di quella manifestazione. Inutile ripeterlo perché tanto è stato detto e tanto è stato raccontato. Per quanto ci riguarda, basta il ricordo dei polmoni pieni di gas CS e le teste spaccate di molte e molti dai manganelli; le tende divelte e i bracci meccanici che si muovono, incuranti, sopra le teste di esseri umani.

1010284_523910820992258_1239699386_nIn questi ultimi mesi quelle giornate hanno rivissuto però, attraverso le immagini e i racconti, nella ormai tristemente nota aula bunker delle Vallette di Torino. 53 imputati in tutto sotto processo per reati come violenza e minaccia a pubblici ufficiali, attraverso lancio di pietre, bombe carta e razzi di segnalazione, oggetti contundenti; il tutto accompagnato da diverse aggravanti e una narrazione generale che parla, ancora una volta, di gruppi organizzati quasi militarmente.

53 imputati, dicevamo, per cui le pene richieste dai PM erano davvero spropositate, ingiustificate, ingiuste.

Ieri la sentenza di primo grado.

Su 53 imputati, 47 condannati e 6 assolti. In tutto, le pene per i compagni e le compagne raggiungono i 140 anni di carcere complessivi, e più di un centinaio di migliaia di euro di risarcimento. Per alcuni compagni, la condanna ha superato la richiesta fatta dai PM (come nel caso di Elena, David, Giuseppe, Gianluca e molti altri).

In un momento in cui l’impianto accusatorio dei PM nei confronti dei compagni accusati di terrorismo è miseramente caduto; in un momento in cui è palese che avevamo ragione, che il TAV è inutile e adesso non ci sono più nemmeno i soldi per farlo, questa notizia suona dissonante, stonata. O forse guidata da ragioni che poco hanno a che vedere con la legge e la razionalità. Con la giustizia.

I compagni valligiani parlano di “vendetta di Stato”, e noi non possiamo che essere d’accordo.

Vendetta che si scaglia sotto forma di repressione giudiziaria su un grande movimento che in tanti anni di resistenza ha dimostrato e insegnato tanto.

Dal canto nostro, abbiamo imparato tanto dal movimento No Tav e in Val di Susa ci siamo sempre sentiti a casa. Non possiamo che esprimere la più grande solidarietà verso i condannati e stringerci attorno a tutte e tutti, anche se virtualmente.

Insieme al movimento abbiamo vissuto grandi momenti di resistenza collettiva.

Ancora non è finita, ancora dobbiamo reggere, insieme.

Si riparte quindi, senza alcun rimorso.

A sarà dura!

arresti NoTAV: comunicato del Network Antagonista Torinese sulla dispersione dei detenuti notav

[Comunicato del Network Antagonista Torinese sulla dispersione dei detenuti notav]

Oggi, 9 febbraio 2012, è una giornata importante per i movimenti. In mattinata è stato reso noto il pronunciamento del tribunale del riesame in merito ai casi di quattro No Tav arrestati il 26 gennaio: nessuno è stato liberato e, se due sono stati trasferiti ai domiciliari, altri due, Giorgio e Luca, sono stati tenuti in carcere e trasferiti d’urgenza, rispettivamente a Saluzzo e Ivrea. Lo stesso destino toccava, dopo poche ore, ad altri in attesa di riesame: Jacopo, trasferito ad Alba, Tobia, trasferito a Cuneo, e Mambo, trasferito ad Alessandria. Nelle edicole torinesi il quotidiano La Stampa riportava dall’alba le dichiarazioni dei rappresentanti dell’OSAPP, il “sindacato” della polizia penitenziaria: “Questo gruppo di detenuti No Tav svolge un’intensa campagna di propaganda e di proselitismo all’interno della decima sezione del padiglione C. Ci sono già abbastanza difficoltà per gestire la situazione dell’ordinaria amministrazione, non possiamo disperdere altre preziose energie per affrontare un quadro che ricorda l’atmosfera dei ‘bracci’ politici degli Anni ‘70- ‘80. Il trasferimento di questi soggetti dell’area antagonista andrebbe deciso nelle prossime ore, per evitare altri prevedibili incidenti”.
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