Qualche mese fa la sentenza certamente positiva e il sequestro dell’impianto MUOS a Niscemi fecero sperare, anche se in maniera celata, molte persone, a Niscemi e non solo. Da parte nostra, per quanto sia stata una tappa certamente considerevole, l’entusiasmo non è mai stato troppo: a prescindere quindi dalle nostre convinzioni e prese di posizione, è la storia stessa del movimento che non ci ha resi particolarmente entusiasti della sentenza del TAR.
Pochi giorni fa, dopo mesi di attesa, udienze e rimandi, arriva la tanto attesa sentenza (non definitiva) del CGA che, appunto, ribalta la situazione. Non convinta degli studi fino ad ora fatti, dei chilometri di relazioni scritte da diverse parti, ha pensato bene di istituire un nuovo gruppo di “esperti” per valutare l’impatto delle antenne MUOS sul territorio circostante in diverse situazioni. Questo nuovo gruppo questa volta è formato da un esperto del CUN, uno del CNR e tre scelti dai Misteri dei Trasporti, Salute ed Ambiente. Inutile qui dilungarsi sul fatto che, naturalmente, la bontà e l’imparzialità di quello che uscirà nei prossimi mesi da questo nuovo gruppo è fortemente messa in discussione, semplicemente per la forte coesione tra governo italiano e statunitense in tema di difesa e politiche militari. Quindi su questo non ci soffermeremo. Tornando quindi alla faccenda della sentenza, non vogliamo nemmeno esordire con “lo sapevamo”, non è nel nostro stile e non fa parte del nostro modo di stare all’interno del movimento. Una cosa però è certa: se si pensava che uno spiraglio si fosse aperto, si sta rapidamente richiudendo. Quindi forse è arrivato il momento di capire come ritornare in piazza a parlare di guerra, devastazione del territorio, militarizzazione e quant’altro.
Non a caso quindi nella notte tra il 6 e il 7 settembre, un gruppo di attivisti ha deciso di rispondere in maniera chiara alla sentenza del CGA. Diversi pezzi di rete sono stati tagliati in modo tale da costringere la marina militare a cambiare diversi metri di rete. Gesto simbolico (e nemmeno tanto) che fa pensare come la ripresa, per esempio, di azioni dirette di disturbo e (soprattutto) danneggiamento alla base sia necessaria.
Quando in tante e tanti abbiamo iniziato ad opporci al MUOS, nessuno pensava che sarebbe stato stato semplice lottare e vincere; avevamo tutti chiaro in testa che sarebbe stata una lotta di lunga durata, sulle spalle di attiviste e attivisti che raramente avrebbero avuto un supporto istituzionale reale e degno. Eccoci ancora qui quindi. Tornare indietro non si può, e nessuno ne ha intenzione.
Naturale è stato, durante il taglio, appendere uno striscione in solidarietà agli arresti avvenuti nella notte precedente in Val di Susa a danno di alcuni notav. Dalla Valle all’Isola non solo la lotta non si arresta, ma la solidarietà non manca mai.