Dal nostro corrispondente.
La contrarietà alla Troika da parte di tutto il popolo portoghese è sicuramente palese.
A palesarla è stata, in continuità con le precedenti, la manifestazione di ieri: “Que se Lixe a Troika! O povo è que mais ordena!”.
Le città coinvolte dentro e fuori il paese sono 26, e con soglie di partecipazione altissime:
Angra do Heroismo 50; Barcelona 30.000; Beja 1.000; Braga 7.000; Caldas da Rainha 3.000; Castelo Branco 1.000; Chaves 200; Coimbra 20.000; Entroncamento 300; Estocolmo 15.000; Guarda 500; Horta 160; Lisboa 800.000; Londres 100.000; Marinha Grande 3.000; Paris 100; Portimão 5.000; Porto 400.000; Santarém 500.000; Setúbal 7.000; Sines 120.000; Tomar 200.000; Torres Novas 250.000; Viana do Castelo 1.000; Vila Real 1.800.
Preparatori a questa data erano stati sicuramente una serie di eventi pubblici come l’interruzione dei parlamentari cantando la canzone della rivoluzione, murales, creazione di cartelli e striscioni da portare al corteo, fino alla cacciata del primo ministro dall’università di diritto, proprio tre giorni fa.
Così arriva il giorno tanto atteso, il 2M; a Lisbona ci si aspetta numeri altissimi, e così è..
L’appuntamento pubblico è alle 16 nella piazza Marques Pombal, almeno quattro sono i cortei ufficiali che da varie parti della città raggiungono la piazza, ma altrettanti, se non di più, sono i cortei spontanei che si formano per le strade di Lisbona che portano a Marques.
Già circa mezz’ora prima delle 16 è impossibile raggiungere il punto di concentramento, così ci si deve accontentare di fermarsi a 500m dalla piazza, immersi in una marea umana; si contano circa 800.000 persone.
Alle 16 il blindato che apre la manifestazione ci impiega mezz’ora a divincolarsi tra la folla e raggiungere la testa del corteo, e così, per le 16,30 si comincia.
Un’elicottero sorvola il cielo, ma pochissima la polizia lungo le strade.
Ad aprire è lo striscione con la frase della convocazione ma alle spalle si può vedere solo un fiume di persone, ingestibile ma composto.
Nonostante il grande afflusso sono pochissimi i gruppi organizzati, ed anche per questi, la parola “organizzati”, è un complimento.
Il motivo, ci spiegano, è dettato dalla storia del Portogallo, che solo adesso comincia a prendere atto dell’ esistenza di una politica “fuori da partiti o sindacati”, per necessità più che per volontà.
Persino i partiti ed i sindacati storici, oggi all’opposizione, non sono poi così convinti di volersi esporre in una lotta contro la dittatura della finanza.
Ed infatti l’unico pubblicamente al corteo è un nuovo partito: “Movimento Alternativa Socialista”, che cerca di raccogliere lo scontento generale che i grandi partiti continuano a produrre.
Ma torniamo a noi, il corteo, ci mette quasi due ore a svuotare la piazza del concentramento, insomma, quando la testa arriva, c’è chi ancora deve partire.
La percezione è dimostrata da una coppia di turisti francesi che avrebbero voluto percorrere una delle vie attraversate dal corteo: la ragazza chiede al fidanzato di salire su di una cassetta della posta per vedere quanto mancasse alla coda, così il ragazzo si arrampica, si sporge, e voltandosi, le dice sorridendo: “Senza fine”.
Una volta riempitasi la piazza conclusiva c’è una breve assemblea in cui si manifestano 2 imperativi: dimissioni del governo e fine della troika.
Tutto si conclude con un’emozionante coro del canto della rivoluzione: “Grandola, Vila Morena”, in contemporanea con tutte le altre città.
Un’ infinità di pugni alzati; donne e uomini, vecchi e bambini nella speranza di un cambiamento.
Insomma, tanto il malcontento e tanta la speranza, a mancare è la capacità organizzativa e progettuale di una piazza sempre più piena, ma che continua a chiedere più che a pretendere.