Dare vita allo Spazio Recuperato Uzeta è una scelta di campo, non solo un esigenza.
Come nella leggenda catanese, immortalata in uno dei lampioni di piazza Università, in cui un ragazzo del popolo, Uzeta per l’appunto, si schiera a difesa della città contro i giganti Ursini, così crediamo si debba oggi aver coraggio nella lotta ed affrontare le controparti nonostante la disparità ed il disequilibrio.
Gli incessanti sgomberi e sfratti, lo scardinamento di ogni tipo di welfare e tutele sociali, l’arretramento nei diritti sul lavoro, i tagli alla cultura, ci danno la misura dell’attacco che stiamo subendo. Il capitale, i sistemi di potere sono oggi in dichiarato e serrato attacco(offensiva), ma la nostra resistenza non può essere passiva, non può essere pensata come barricamento ma come costante controffensiva.
Lo Spazio Recuperato Uzeta rappresenta una risorsa per la città di Catania non solo in termini di spazio fisico, ma soprattutto politico.
Nel momento in cui ogni sorta di conflittualità sociale è posta in discussione, è annullata, è ridotta a sporadici momenti di piazza, crediamo sia la costanza ed una serrata organizzazione antagonista a fare la differenza.
Sovvertire quella che sembra, anche se così non è, la naturale tendenza ad essere sudditi e soggetti passivi alla pressione economica, sociale e politica che viene da palazzi, borse e governance, è un passo che necessariamente ha a che fare con il concetto di autorganizzazione, intesa come partecipazione, comunità vissuta e condivisa, prima forza motrice del cambiamento, partendo dai propri territori quotidiani.
Tutto ciò passa certo da una difesa e da un attacco, ma soprattutto da una scelta, quella di “restare” che come dal suo significato etimologico rappresenta l’opposizione ad andarsene, la scelta di non abbandonare, come Uzeta, il campo di battaglia, il proprio territorio di lotta.
Spazio Recuperato Uzeta