Questa mattina le forze dell’ordine hanno sgomberato il TMO, Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo, luogo di cultura, teatro, arte e socialità occupato circa un anno e mezzo fa. Notizia questa che ci lascia quantomeno a bocca aperta. Non entriamo nel merito della scomoda posizione che il sindaco Orlando, ancora una volta, ha: ciò che si presenta “sinistra” e poi sgombera spazi di socialità e arte, certamente, non è uno spettacolo bello né tanto meno semplice da giustificare. Non entreremo nemmeno in merito al forum sulla gestione dei beni comuni che ha visto, tra i promotori, anche gli occupanti del TMO e che ha raccolto la partecipazione anche di alcuni esponenti del consiglio comunale di Palermo. Queste questioni le lasciamo ai compagni palermitani, che conosco meglio di noi le dinamiche della loro città e che certamente sono in grado di interpretare certi avvenimenti in maniera più consapevole e accurata di noi.
Lo sgombero del TMO è per noi un grave segno di abuso e sopruso. Questa esperienza di occupazione, in linea con molte altre simili nel resto d’Italia, in un anno e mezzo ha parlato alla città di Palermo di arte, teatro e cultura in una chiave del tutto nuova, usando il linguaggio dell’autogestione, dell’autodeterminazione e della partecipazione attiva a un progetto comune. Non siamo certo noi in grado di “valutare” la bontà artistica e teatrale del TMO, per questo forse parlano chiaro le molte serate sold-out e i recenti successi raggiunti. Sappiamo però riconoscere quando un progetto collettivo è in grado di aggregare e coinvolgere le persone, quando una visione inizialmente eretica può invece diventare sogno comune. E la solidarietà che in queste ore sta arrivando al TMO, forse, dimostra anche questo. Anche noi non possiamo che esprimere solidarietà ai compagni e agli artisti del Teatro Mediterraneo Occupato, certi che dei cancelli saldati non fermeranno la carica artistica e collettiva che sono nate durante un anno e mezzo di occupazione.