Nessuna soluzione alternativa dal Comune: decine di famiglie con bambini rimarranno per strada.
Come prospettato e temuto, il Comune ha deciso di non occuparsi delle famiglie che vivevano all’interno del palazzo Bernini. Pilatescamente, i funzionari hanno preso la decisione più facile per loro ma più difficile per le persone che nel palazzo avevano trovato un alloggio.
I funzionari comunali , tra cui anche l’Assessore alle politiche sociali Carlo Pennisi, hanno ceduto alle ridicole e pretestuose richieste di alcuni politicanti prezzolati e senza scrupoli che orbitano intorno al quartiere, e che in questi giorni hanno cavalcato subdolamente e populisticamente, e spesso alimentato, i più biechi e vergognosi accessi di razzismo della “Catania Bene”, che non tollera di vedere povertà e miseria sotto casa.
Tutto accade dopo la campagna denigratoria nei confronti degli abitanti del Bernini, operata spudoratamente da membri locali di PD, MPA e PDL. Partiti che in questo caso si sono schierati tutti contro i diritti umani e dei migranti senza sforzarsi di trovare soluzioni alternative.
La giornata odierna e la situazione attuale
Stamattina, verso le 7:30, le squadre di operai scortate dalla polizia municipale, hanno iniziato a murare gli ingressi delle palazzine che compongono lo stabile. L’operazione è partita dal lato adiacente a viale Vittorio Veneto ed è ancora in corso. L’intera opera di chiusura durerà probabilmente 3 giorni. Stasera, intorno alle 19, è prevista un’assemblea per capire il destino degli abitanti sgomberati, che attualmente non hanno un posto dove passare la notte e probabilmente, alcuni di loro, si accamperanno sotto i portici dello stesso palazzo.
Il Comune infatti non ha prospettato nessuna soluzione alternativa, costringendo le famiglie a vagare per la città in attesa di trovare un “tetto” sotto il quale stare. Questa è una scelta criminale, che mette a repentaglio la sicurezza di tutte queste persone e specialmente dei bambini. La volontà da parte del Comune è probabilmente quella di aggirare maldestramente il problema, per accontentare l’indignazione di alcuni “razzisti ricchi e capricciosi” che non tollerano nemmeno di veder circolare in quartiere persone che soffrono una povertà estrema e che non hanno mai potuto permettersi una casa come la loro.
Noi facciamo nomi e cognomi e non ci nascondiamo dietro il polverone di mistificazioni e razzismo. Parliamo in particolare della Presidente della Commissione Consiliare “Pace”, Francesca Raciti del Partito Democratico, che più volte e in varie occasioni ha calunniato gli occupanti del Palazzo Bernini menzionando fantomatiche “siringhe” che non sono mai state viste da nessuno in quartiere; Parliamo del Consigliere Salvo di Salvo del MPA, che non ha perso l’occasione per fare campagna elettorale accusando gli abitanti del Bernini di aver “bruciato delle auto”, pur non avendo uno straccio di prova; Parliamo del consigliere della III municipalità Santi Bosco del PDL, che in piena campagna elettorale ha “aizzato” i catanesi delle zone limitrofe contro le famiglie del Bernini, sommergendo i condomìni da lui amministrati di ridicole petizioni dai toni perbenistici e razzistici, parlando di “colonia” e di “invasione” di “ROM”, proprio come se stesse parlando di blatte o topi, e continuando a fare illazioni su un ipotetico “notevole aumento” di crimini, cosa che diventa anch’essa una calunnia perché Bosco non può mostrare alcun dato o statistica ufficiale su quanto ha detto.
Chi guarda il dito anziché la luna
Tutti questi personaggi in cerca di voti – che hanno cavalcato una triste storia in cui non c’è nemmeno un barlume d’umanità – non si indignano certo quando la Città assite a problemi decisamente più gravi e importanti. Catania, una delle città più illegali a partire dai comportamenti dei suoi sindaci, evidentemente non ha di “peggio” di cui occuparsi.
A due passi dal palazzo Bernini c’è Picanello, quartiere che spesso funge da campo base per la criminalità organizzata. Eppure non abbiamo mai visto né Raciti, né Di Salvo e men che meno Bosco combattere e indignarsi per questo. Mai abbiamo visto questi personaggi battersi strenuamente per la legalità vera, ad esempio quella che va contro l’abusivismo degli impianti pubblicitari di cui viale Sanzio è pieno, quella contro gli abusi dei poteri forti della città, quella contro l’illegalità diffusa a Palazzo degli Elefanti. Risulta estremamente più comodo e privo di rischi andare contro i più deboli creando ad arte un problema. Crediamo che queste persone, per la loro demagogia e il loro populismo spicciolo, siano la parte peggiore di Catania.
Collettivo Aleph
Certo Benedetto. Non abbiamo detto che in Corso Italia o in corso delle Province non ci sia la criminalità. Se avessi letto bene l’articolo lo avresti capito.
Comunque abbiamo ragione di ritenere che alcune “ville” siano abitate da esponenti mafiosi, è inutile negarlo. Picanello sfortunatamente non è solo un quartiere di lavoratori. Non siamo calunniatori, basta guardare un po’ più in là del proprio naso e non essere sempre campanilisti. Indìgnati per altro, non perché veniamo a dirti come stanno le cose.
Peccato che anche voi siate calunniatori e diffamatori verso uno dei più antichi quartieri catanesi. Ho vissuto con la mia famiglia a picanello fino a prima di partire per il phd a Londra. La criminalità organizzata se la passa in Corso Italia ed al Corso delle Province, non in un quartiere di lavoratori ed antiche ville nobiliari.