Pochi giorni fa, ad alcuni compagni sono state notificate delle denunce per alcuni fatti avvenuti il 12 Aprile a Roma, durante il corteo nazionale contro austerity e la precarietà, contro il piano casa e Jobs Act. Ennesima pioggia di denuncia questa, a seguito di autunno caldo che ha attraversato tutta Italia. La piazza del 12A era di tutti e a tutti appartengono le pratiche di assedio ai palazzi del potere messe in atto durante quella giornata. Più che “incappucciati”, ricordiamo la presenza delle famiglie in testa al corteo, dei migranti, dei disoccupati. Una piazza quella del 12A piena e molto diversa, accomunata da esperienze simili di resistenza. Esprimiamo piena solidarietà a chi è stato denunciato, rigettando ancora una volta la logica dei “buoni” e dei “cattivi”: siamo tutti compagni, buoni e cattivi allo stesso modo. Riportiamo di seguito il comunicato congiuto delle realtà promotrici di quella giornata.
Piovono denunce per il 12A: SOLIDARIETA’!
Questa mattina la Digos, su ordine del PM Albamonte, dopo aver proceduto ad alcune perquisizioni ha notificato una decina di denunce a Roma, Pisa, Perugia e Marghera, ad altrettanti attivisti, 4 dei quali sottoposti ad obbligo di firma quotidiano. I reati contestati sono adunata sediziosa, resistenza aggravata, lesioni a pubblico ufficiale e lancio di oggetti atti ad offendere, nello specifico “uova, ortaggi, pezzi di cartone e pacchetti di sigarette”.
L’ennesima operazione di polizia, annunciata in maniera roboante dai media, si riferisce alla giornata del 12 aprile 2014 “Assediamo il Governo Renzi. Ribaltiamo il Jobs Act”. Una manifestazione nazionale contro l’austerity aveva attraversato il centro storico di Roma ponendo al centro dell’agenda politica e sociale del Paese l’opposizione alle politiche di precarizzazione dall’attuale governo stava predisponendo attraverso il Jobs Act e il Piano Casa Lupi. Migliaia di precari, disoccupati, occupanti di casa, studenti, nativi e migranti, avevano espresso la loro rabbia, determinati a portare il loro dissenso sotto al Ministero del Welfare di via Veneto, dove il corteo è stato ripetutamente caricato fin dentro piazza Barberini. Era la prima manifestazione nazionale che si opponeva alle scellerate politiche del Governo Renzi, costruita completamente dal basso e dalle lotte che animano il paese accomunate dallo slogan “Una sola grande opera: casa e reddito per tutti”. Parole d’ordine che hanno caraterizzato quella piazza e quel processo sociale di movimento che ha visto protagonisti migliaia di soggetti, reti e collettivi autorganizzati, sindacati di base e movimenti per il diritto all’abitare in tutta Italia a partire dalle giornate del 18 e del 19 ottobre del 2013.
In questi primi mesi del 2014 non è la prima volta che i movimenti sociali si confrontano con questo esercizio della repressione marcatamente vendicativo e intimidatorio nei confronti di attivisti, in alcuni casi molto giovani. Ricordiamo gli arresti e le tante misure cautelari tra obblighi di firma, dimora e domiciliari comminate fino ad oggi per le piazze dello scorso autunno, nonchè per le campagne contro sfratti e sgomberi, tanto di case quanto di spazi sociali, avviata in tutta Italia.
Chiediamo l’immediata liberazione di tutti e la revoca delle misure cautelari a cui sono sottoposti centinaia di compagni in tutta Italia.
Proseguiamo i nostri percorsi per costruire una nuova stagione di conflitto dentro il semestre italiano di presidenza UE, a partire dall’opposizione al Jobs Act, al Piano Casa e alle ricette di austerity imposte dalla Troika e dal mercato.
Liber* tutt*
Movimenti sociali contro precarietà e austerity promotori della manifestazione del 12 aprile