La storia si ripete. Almeno in parte.
Da tempo tentiamo di parlare alla città di Catania di aggregazione, partecipazione e autorganizzazione. Il modo migliore per farlo, quello che riteniamo più opportuno, è attraverso gli spazi che occupiamo. Spazi pubblici negati alla città, chiusi e lasciati all’abbandono, al vandalismo o nelle mani di strani giri che riapriamo, che rifacciamo vivere riempiendoli di progetti.
Passando da altre due occupazioni, siamo approdati qualche giorno fa nel quartiere di Picanello, alla vecchia scuola Capponi-Recupero. Struttura abbandonata e vandalizzata, luogo preferito dei ragazzini del quartiere per passarci i pomeriggi, tra un cumulo di macerie e l’altro.
Abbiamo occupato questa struttura qualche giorno fa con l’intento di farci un luogo di aggregazione per la città e per il quartiere, uno spazio dove poter fare delle attività e passare del tempo insieme, partecipando così alla vita di un posto che è di tutti. In pochi giorni abbiamo ripulito l’immobile dalle macerie accumulate, tra le frequenti visite dei ragazzini del quartiere e dei genitori. Tra una partita al campetto di calcio appena ripulito e l’entusiasmo degli abitanti di Picanello, abbiamo creduto più di prima che si potesse fare.
Dopo appena quattro giorni lo sgombero, gestito in maniera indecente e malsana dalla polizia, coadiuvata da vigili del fuoco e vigili urbani. Quattro le occupanti rimaste chiuse per più di due ore dentro al CSO CONTRASTO, senza la possibilità di interagire coi compagni fuori e bersagliate dalla polizia che, a suon di minacce di denunce e calci al cancello, intimava loro di uscire. Identificate e perquisite, le compagne sono state portate alla scientifica, senza dar loro una possibilità di contatto con i compagni fuori, che nel frattempo sono stati tutti identificati. Dopo diverse ore alla scientifica, dove sono state prese impronte digitali e scattate foto segnaletiche, con tentativi intimidatori da parte della polizia di dividere il gruppo, le compagne sono state rilasciate, accusate di resistenza e occupazione.
Se da un lato non si sa chi possa essere stato il mandante di tale orrore, dall’altro siamo sicuri dello scontento di alcune persone del quartiere che hanno assistito a tali scene e della tristezza dei ragazzini che negli scorsi quattro giorni erano solo felici di avere un campetto di calcio in più dove poter giocare.
Se questa operazione doveva servire a fermarci certamente è un’operazione fallimentare. Non possiamo fare finta di non aver sentito il calore di una parte del quartiere che ci ha accolti volentieri, non possiamo fare finta di non aver visto tanti ragazzini aiutarci a pulire, tra un tiro al pallone e un altro, non possiamo fare finta che a Catania non ci sia bisogno di spazi sociali.
Non possiamo fermarci, non vogliamo farlo!
Invitiamo tutte e tutti a seguire e partecipare al fitto calendario di iniziative:
– lunedì 10 marzo ore 10.00 conferenza stampa davanti al CSO CONTRASTO;
– martedì 11 marzo ore 16.00 pulizia della piazza antistante al CSO CONTRASTO;
– giovedì 13 marzo ore 16.00 torneo di calcetto nella piazza antistante al CSO CONTRASTO;
– venerdì 14 marzo, ore 16.30 manifestazione cittadina con partenza davanti la Villa Bellini.