Ricordiamo bene la cronaca dei fatti, non tanto per aver letta sui giornali ma perché, come molti altri, l’abbiamo vissuta direttamente.
A marzo 2013 la Regione decide di revocare le autorizzazioni ai lavori al cantiere MUOS in Contrada Ulmo. A seguito di questa decisione molto netta, il governo di allora “apre” una sorta di tavolo, in cui si stabilisce che si sarebbero dovuti condurre degli accertamenti in merito all’inquinamento elettromagnetico del MUOS e alle ripercussioni sulla salute umana. Se, da tali studi, si fosse stabilito che il MUOS non danneggia la salute dei cittadini che vi abitano intorno i lavori assolutamente sarebbero dovuti continuare. Arriviamo così a luglio 2013, mese in cui escono le prime indiscrezioni sul documento finale dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS – organo preposto a “studiare” il caso di Niscemi), il quale sembra credere che il MUOS, di per sé, non faccia male alla salute umana. Senza nemmeno indugiare un attimo (forse senza nemmeno leggere tutta la relazione dell’ISS), Crocetta nello stesso mese di luglio “revoca la revoca”, e dunque permette che i lavori al cantiere MUOS continuino (anche se, di fatto, non si erano mai fermati).
Avevamo detto fin da subito che quella relazione non era affidabile, poiché l’ISS è di fatto un organo governativo e dunque non super partes. Molti attendibili scienziati hanno confermato l’invalidità della relazione dell’ISS, in quanto i dati a disposizione sono troppo imprecisi, scarsi. Lo stesso ISS in effetti ammette nella relazione finale che, in realtà, è molto difficile affermare con sicurezza che le onde elettromagnetiche non possono danneggiare la salute umana (come fare dunque certe affermazioni riguardo il MUOS?!).
Avevamo detto fin da subito che non ci fidavamo, che non potevano bastare le parole dell’ISS, che comunque il MUOS e la base non la volevamo in ogni caso. Invece i lavori sono andati avanti, adesso sono finiti e addirittura sono stati lanciati altri satelliti in orbita, ciliegina sulla torta del sistema MUOS.
Di ieri la notizia che il TAR di Palermo ha accolto il ricorso presentato mesi e mesi fa dal Comune di Niscemi e da parte del movimento, ricorso che indicava come inaffidabile il rapporto dell’ISS e che dunque riteneva sbagliato il ripristino delle autorizzazioni da parte di Crocetta. Dopo mesi, oggi il TAR da ragione a quella parte di movimento e al Comune di Niscemi, riconoscendo quel rapporto come poco approfondito, superficiale e basato su dati incerti.
Cosa accadrà adesso è difficile dirlo.
Per quanto da ieri si stia esultando per questo risultato, non possiamo non ricordare come in realtà questa sentenza arrivi un po’ tardi, dopo molti rinvii. È certamente un risultato non da poco, ma non doveva essere un tribunale a dirci che abbiamo sempre, e da sempre, avuto ragione. È certamente una delle tante conferme che, negli anni, abbiamo e continuiamo a ricevere rispetto al fatto che abbiamo ragione a non volere il MUOS a Niscemi.
Senza voler fare i guastafeste di turno, per nessuno, sorridiamo alla sentenza ma vogliamo ricordare, prima a noi, poi agli altri, che l’opposizione al MUOS da molto tempo ormai non è più solo legata a motivi riguardanti la salute del territorio e delle persone, ma anche ad un forte sentimento antimilitarista e da una forte rivendicazione di autodeterminazione di un popolo, che non vuole solo più subire delle decisioni, ma prenderle.
Di certo quella di ieri è una bella soddisfazione, ma l’unica vera vittoria sarebbe quella di non avere più quella base in Contrada Ulmo.
Di strada quindi ce n’è ancora molta da fare.