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Cronache di Resistenza Sonora

Qualche giorno fa siamo stati al festival ‘Rap Militante Internazionale’ a Barcellona Pozzo di Gotto dove si è esibita una bella scena del rap militante dalla Grecia a San Francisco ( Premiere Ligne , Drowning Dog & Malatesta ,DJ Differ & Vlasis, Literal X ,Kronstadt,  La Plataforma , C.U.B.A. Cabbal , Acero Moretti, Kento  e Gente Strana Posse ).

Ieri come oggi musica e testi possono essere non solo gradevoli all’ ascolto ma pieni di messaggi, prese di posizione, rabbia e amore.
Partecipando ai due giorni dell’ evento ci si è resi conto di quanto alto sia il valore della musica specialmente in tempi di crisi.
Stare dall’altra parte della barricata, che tu sia sopra il palco o sotto, e il fatto di riuscire a diffondere e veicolare cultura anticapitalista ed antifascista attraverso il mezzo più semplice ma più potente al mondo, la musica appunto, sono segni evidenti che qualcosa si muove e si muove in una ben determinata direzione.
La  potenzialità della musica sta anche nell’unire persone diverse, nell’essere quindi una tra le più alte forme di aggregazione, ed ha sempre alimentato quella controcultura che ha fatto di essa strumento di lotta al potere.
Rime taglienti come lame, beat che buttano giù muri, onde sonore che spaccano le barriere del razzismo, dell’ignoranza e dell’omologazione, perché la musica è condivisione di spazi, di idee e di passioni; è riconoscersi amici, fratelli e compagni è cantare all’unisono con le braccia tese e i pugni chiusi, è la forza che scorre dentro quando sei pronto a non abbandonare la lotta nelle strade e nella vita,  quando decidi di non voler mollare mai.
Per  tutto questo e molto di più la musica è Resistenza Sonora!

Mafia e polizia a Catania vanno a braccetto

Sbarcati a Catania nella mattinata di ieri due barconi di migranti egiziani, inizia sin da subito la procedura adottata anche 2 anni fa dalla questura catanese: inosservanza di ogni diritto internazionale e rimpatrio immediato. Sono stati portati, infatti, nella palestra della A. Doria a pochi metri da Via della Concordia e lì trattenuti per un’ intera giornata i migranti.

A nessun legale/ mediatore culturale è stato consentito l’accesso e nessuna autorità si è esposta per garantire che quelle persone recluse lì dentro avessero avuto modo di poter richiedere diritto di asilo.

Dopo aver assicurato i compagni presenti del fatto che queste procedure sarebbero state attivate la mattina seguente un po’ a sorpresa arrivano alle 23 i pullman per il rimpatrio.
Cosa vuol dire rimpatrio per chi fugge dall’Egitto oggi? Morte o nel migliore dei casi carcere.
A sgomberare il presidio che in tutti i modi ha cercato di rallentare le procedure non è stata però la solita e vecchia celere, ma una forza congiunta di agenti-digossini-mafiosi del quartiere.
Senza veli sono state le minacce della mafia come al tempo stesso vergognose sono state le strette di mano, alla luce del sole, tra digos e capi-quartiere.
Stato e para-stato ancora una volta vanno a braccetto contro ogni diritto, per tutelare gli interessi di pochi, di chi comanda.
Duplice è stata la sconfitta subita ieri sera: la partenza di quei voli per l’Egitto, che lascia quell’amaro in bocca di chi sa che “tornare a casa” significa rinunciare alla possibilità di una vita migliore ; e poi l’impotenza di fronte ad una forza congiunta Stato-Mafia che in questa città sono ancora una volta intimi compagni di gioco.

Nessun compromesso sul nostro futuro!

L’attuale crisi economica mondiale ha messo in luce, ancora una volta, il fallimento del sistema capitalista ed ha comportato spese enormi ai danni dei più deboli per salvare questo sistema, iniquo e insostenibile. Diciamo basta!
La soluzione a questo momento di difficoltà non può essere la mediazione sul numero e la generalizzazione di diritti, i quali continuerebbero a stare all’interno di un modello neoliberista tutto incentrato sull’ esaltazione del profitto privato, sfruttando indiscriminatamente le risorse (umane ed ambientali).

La corsa verso la crescita e all’incremento del PIL, guidati da un mercato deregolato, è inutile: i livelli di produzione non determinano benefici e ricchezze distribuite egualmente alla comunità, non significano rispetto e attenzione per l’ambiente e per gli individui. La crescita di cui tanto si sente parlare oggi significa risollevare e mantenere lo status quo: l’arricchimento dei già ricchi e l’impoverimento del resto, distruzione dei territori e del pianeta.

In un momento di crisi così nera e pesante, gli obbiettivi devono essere diversi. Riconosciuti i limiti e le debolezze di questo sistema attuale, bisogna avere il coraggio di pretendere: pretendere un nuovo tipo di produzione, sostenibile per l’ambiente e per gli esseri umani; pretendere una cultura, un modo di relazionarsi ed essere informati del tutto slegati dalla logica del profitto e basati sul concetto di “bene comune”; pretendere di appartenere tutti ad un mondo, senza divisioni e frontiere; pretendere di essere non solo destinatari ma anche produttori delle politiche a tutti i livelli, cessando di alimentare i sistemi di delega/rappresentanza, promuovendo una visione della politica come “cosa di tutti” e dunque partecipata da tutti.
Non è questo il momento di contare quanti diritti abbiamo sulla carta, ma di aumentare i nostri diritti e spazi reali. Se abbiamo dimenticato di avere una forza creatice, una capacità di immaginare e osare, è arrivato il momento di ritrovarla e riscoprirla, insieme.

Per questo scendiamo in piazza, in solidarietà alla Fiom ma non solo, venerdì 9 Marzo h17 Via Etnea (altezza Villa Bellini)