Brutti, sporchi e cattivi!

Il “Palazzo Bernini” è  sicuramente un simbolo di degrado della città, ma per alcune famiglie  significa “casa”.

Oggi la Commissione consiliare Pace, i vari consiglieri di quartiere e la stampa locale cercano di affibbiare tutte le  colpe di questo degrado ai migranti che abitano questo palazzo, cercando  di creare ad arte, per conto di qualcuno, un problema facilmente  risolvibile. Problema che in realtà non esiste, come nel caso dei lavavetri ai semafori, di chi chiede l’elemosina, vive per strada  perché non ha un tetto sotto il quale stare o non ha un lavoro migliore  che gli consenta di vivere più dignitosamente.

In una città come  Catania i problemi sono ben altri, ben più gravi e spesso sotto gli occhi dei molti; ma le troupes  televisive, che costruiscono servizi ad arte per risvegliare il  razzismo, gli istinti più bassi e distogliere lo sguardo da altro, non lo dicono. Sicuramente per non  scomodare nessuno messo in alto e aiutare chi si sta  costruendo la propria campagna elettorale su allarmismi e problemi  inutili, e questo è un insulto all’intelligenza dei catanesi.

Chiediamo, quindi:

al presidente della Commissione consiliare Pace, Francesca Raciti (PD), di mostrare le svariate “siringhe” di cui parla ma che nessuno nel palazzo o in quartiere ha mai visto;
al capogruppo MPA al consiglio comunale Di Salvo come fa a sapere che i cassonetti e le macchine incendiate mesi fa sono da attribuire a queste famiglie e non ad atti mafiosi, essendo stata bruciata anche la macchina di un rumeno;
al presidente della circoscrizione Alessandro Condorelli se conosce qualcuno degli abitanti o ha dati certi per parlare di “sacca dell’ illegalità” all’ interno del palazzo;
a padre Valerio di Trapani, direttore della Caritas diocesana, se ha mai messo piede anche solo sotto i portici del palazzo prima di parlarne.

Chiediamo a tutti gli abitanti di questo quartiere di non lasciarsi trascinare da facili dicerie e bassi sentimenti di razzismo travestiti da legalità e di guardare oltre le apparenze.

Chi abita questo palazzo ha a cuore la pulizia, la sicurezza e la serenità più di chi in quartiere viene solo a raccogliere voti.

Per  dimostrare che nessuno è artefice del degrado se non il Comune stesso,  che per decenni ha abbandonato questo ed altri spazi all’incuria  (nonostante l abbia acquistato pagandolo profumatamente), e per dimostrare che chi abita questo edificio non è un manipolo di criminali ma brave persone che stanno facendo di tutto per migliorare lo stato dello stabile, abbiamo  organizzato delle giornate di pulizia e di confronto tra abitanti dello stesso quartiere.

Per questo le famiglie del Palazzo Bernini insieme al Collettivo Aleph e tanti altri giovani e compagni catanesi, oggi  lavorano per rendere migliore uno spazio di tutti, di chi ne ha bisogno e  di chi lo abita. Vogliamo dimostrare che i problemi della Città sono  altri. Vogliamo testimoniare che i colpevoli sono altri. Vogliamo  ristabilire la verità.

Le Famiglie del Palazzo Bernini & Collettivo Aleph