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Laboratorio Sicilia? Sì, ma di resistenza.

12106857_403785293079328_5718053701883823231_n Circa un migliaio ieri le persone che a Marsala hanno sfilato dietro uno striscione che recitava “la Sicilia non è laboratorio di guerra”. L’ennesimo abuso della potenza statunitense ha portato in piazza movimenti, comitati e associazioni che hanno percorso le vie di Marsala in una manifestazione dalla composizione ricca e trasversale esprimendosi inequivocabilmente contro ogni guerra e militarizzazione dei territori. Ma i “mille” di ieri non sono scesi in piazza a Marsala per difendersi ma per rilanciare. Quello che la giornata del 31 ottobre ci lascia è la determinazione di una Sicilia che non è disposta ad essere l’ingranaggio di nessuna guerra, che non è disposta ad essere sfruttata e devastata da nessuno, non importa quanto lontano la cabina di regia della controparte e quanti muscoli possa mostrare. Dalla prospettiva privilegiata di chi le questioni territoriali prova a guardarle da dentro, scopriamo che ogni giorno di più ed ogni giorno più intensamente quest’isola è un laboratorio sì, ma di lotte. Lotte che nel territorio siciliano abitano e al territorio vogliono parlare.

Un laboratorio che può essere fucina di conflitti e che sarà tutto in espansione se sapremo cogliere ed attraversare le contraddizioni della nostra isola, con lo sguardo lungo all’orizzonte.

KAOS Catania, prospettive per l’autunno di lotta

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Antifascismo ed autorganizzazione sono le due parole chiave che, sin da quando nasce, hanno accompagnato il Koordinamento AutOrganizzato Studentesco in ogni suo percorso di lotta.

Oggi, che ottobre sta per volgere al termine, e si aprono, col mese di novembre, nuove prospettive di lotta, ci sentiamo in dovere di sottolinearle ancora una volta e di spiegarle ancora.

Questo primo mese che abbiamo attraversato con due manifestazioni, 9 e 17 ottobre, ci ha fatto ben sperare sull’anno che viene: migliaia e migliaia di studenti hanno riversato la loro rabbia per le strade di Catania, determinati a difendere le proprie scuole e il proprio diritto allo studio. Cori, sanzionamenti di banche, macerie lasciate davanti al Comune, sono tutti gesti simbolici ma forti di chi vive un disagio vero sulla propria pelle e ha bisogno di manifestarlo. Siamo nel 2015 e la disillusione che caratterizza gli studenti la sentiamo tutti. Nonostante questo riteniamo che le forme di protesta delle quali ci avvaliamo, che siano una manifestazione, un’occupazione di una scuola o una semplice autogestione, non abbiano in alcun modo perso la loro validità, come spesso siamo portati a pensare.

E queste due manifestazioni ci portano a crederlo con maggiore convinzione: le piazze dentro cui stiamo sono piazze che non hanno mai avuto, e mai avranno, paura di parlare di “conflitto” nella sua forma più genuina, un conflitto che racconta di autorganizzazione e di antagonismo, un conflitto che racchiude tutte le frustrazioni e le umiliazioni che siamo costretti a subire da questo sistema che ci opprime sin dalla scuola, che ci vuole schiavi e ignoranti, che ci vuole sfruttati sin dalla giovanissima età. Un conflitto che ci porta sotto il Comune di Catania, che ci porta davanti alle banche, quelle stesse banche che dettano l’agenda politica governativa, che poi grava sulle nostre spalle e su quelle, già abbastanza cariche, dei nostri genitori.

Nessuna forma di assistenzialismo, di beneficenza, di volontariato ci appartiene: non siamo noi a dover sopperire alla mancanze e ai buchi neri che lo Stato, o chi per lui, lascia nella società. Noi siamo lì a ricordare che abbiamo DIRITTO alla scuola pubblica, DIRITTO alla casa, DIRITTO al reddito, e DIRITTO alla dignità. E lo abbiamo ripetuto più e più volte: quello che non ci danno, ce lo riprenderemo, pezzo per pezzo, scuola dopo scuola, casa dopo casa.

Non staremo mai in piazza con chi non sa fare di meglio che fare il tirapiedi del politicante di turno, con chi appoggia lo scellerato governo Renzi, con chi firma accordi altrettanto scellerati a scapito di studenti e lavoratori: la forma del sindacato non ci appartiene, tanto meno ci appartiene quella del partito. Autorganizzazione vuol dire ripartire dal basso, rendersi conto di quali sono i veri bisogni e le vere necessità degli studenti e, passo dopo passo, ottenere tutto quello che ci spetta di diritto.

Non staremo mai in piazza con chi aizza e si auspica una guerra tra poveri, con chi si sbraccia per dire “prima gli italiani”, con chi reputa esseri inferiori immigrati, donne e omosessuali.

L’antifascismo è un valore, i partigiani ce lo insegnano, e noi di quegli insegnamenti ne facciamo una lotta quotidiana, ne facciamo un antifascismo vero e militante, che sta in prima linea contro il Salvini di turno, e contro tutti quei gruppuscoli neofascisti che ci ritroviamo a contrastare in città. Un antifascismo che sta in prima linea contro omofobia, razzismo e sessismo, che difende la libertà d’espressione, di movimento e di orientamento sessuale.

Autorganizzate ed antifasciste saranno le piazze che costruiremo a Novembre, a Dicembre e in tutti i mesi a venire, antifascista è ogni lotta che attraversiamo, e l’autorganizzazione il modo per portare avanti le nostre lotte.

PARTECIPA, AUTORGANIZZATI, LOTTA

Settimana di repressione in Italia. Gianmarco Libero! Tutt* liber*!

Quando lotti, con ogni mezzo, per un mondo diverso che sappia di giustizia sociale, lo sai che una delle cose con cui devi fare i conti sono le forze dell’ordine, le questure, i tribunali. E questo accade non certo perché lo vuoi o te lo vai a cercare, ma semplicemente perché i poteri che ci impongono ogni giorno devastazione del territorio, sfruttamento, precarietà e povertà si difendono così.

La repressione, in qualsiasi forma arrivi, mal si tollera. Sempre. Sgomberi, perquisizioni, fogli di via, domiciliari, obbligo di firma, arresti. E questa ultima settimana è stata particolarmente intensa per le lotte sociali di molte città italiane. Sgomberi a Milano, Torino, Pisa, Bologna e gli arresti di due giorni fa per quattro persone, accusate di concorso in devastazione durante la manifestazione antifascista di Cremona del 24 gennaio scorso. Naturalmente siamo solidali con tutte le occupazioni sgomberate, con tutti e quattro gli arrestati di due giorni fa, perché la solidarietà è decisamente una delle armi più potenti che abbiamo. Un pensiero particolare però lo rivolgiamo a Gianmarco, un compagno che abbiamo conosciuto in momenti diversi, condividendo piazze, presidi e assemblee.
Siamo a vicini a Gianmarco, privato della libertà perché dichiaratamente contro un’organizzazione, Casa Pound, sessista, razzista, omofoba e violenta, talmente tanto da picchiare un uomo fino a mandarlo in coma, come nel caso di Emilio. Siamo solidali e complici di Gianmarco perché, come lui, siamo antifascisti e siamo convinti che la lotta contro tutti i tipi di fascismi vada portata avanti con ogni mezzo possibile, in ogni territorio.
La libertà di Gianmarco è la libertà di tutti noi, senza dubbio.
Siamo certi che presto torneremo a condividere molte altre piazze, presidi e assemblee con Gianmarco, perché l’antifascismo non si arresta e le sbarre che adesso lo rinchiudono presto si apriranno.

Gianmarco libero!
Tutt* liber*!

11148542_1067172819983014_1681869566058719329_nPer chi volesse solidarizzare attivamente con Gianmarco sabato, h 17.00, Piazza Bologni (Palermo), corteo cittadino.
Per scrivergli: GIANMARCO CODRARO, Casa Circondariale Pagliarelli, Piazza Pietro Cerulli n.1– 90129 PALERMO

Blitz all’Ufficio Casa del Comune! Non ci fermeremo.

12105822_1619462621636687_6688793569966178183_nOggi, giovedì 22 ottobre 2015, dalle ore 9:30, alcuni rappresentanti dei nuclei familiari del Comitato di lotta per la casa “CASAxTUTTI” hanno bloccato gli uffici dell’ Ufficio Casa del Comune, in via Domenico Tempio 64, per denunciare la drammatica situazione dell’ emergenza abitativa e chiedere udienza e risposte sulle mancate assegnazioni degli alloggi popolari.

Oggi, il Comitato di lotta per la casa “CASAxTUTTI” ha scelto di bloccare l’Ufficio Casa del Comune per denunciare l’attuale “inutilità” di tale ufficio.

12107079_1619465884969694_1770361147171322767_nLe famiglie, con richieste d’alloggio decennali, non riescono più ad avere fiducia in possibili assegnazioni e pretendono risposte.
Non si possono più aspettare i tempi infiniti della burocrazia e della cattiva gestione degli enti.
Le poche centinaia di assegnazioni non rispondono alle migliaia di richieste, di cui 13000 solo gli aventi diritto.
Nel frattempo in molti non riescono più a pagare l’affitto ed il bisogno urgente di un alloggio diventa reale.
Con l’inverno alle porte davvero si è indifferenti a chi non ha più un tetto sopra la testa?

Il Comitato CASAxTUTTI, ormai da anni, affronta decine e decine di sfratti per morosità incolpevole e situazioni abitative critiche, pretende che si faccia trasparenza sui bilanci e i progetti dell’ ufficio casa, così come dello stato degli immobili adibiti ad alloggi popolari; e chiede si apra un tavolo di discussione con il direttore dell’ Ufficio casa, l’assessore al Welfare, l’assessore al Patrimonio affinché si possano trovare delle soluzioni immediate per rispondere all’emergenza abitativa.

Comitato di lotta per la casa CasaxTutti