Aleph. Ma cos’è?

Aleph è il nome della prima lettera dell’ alfabeto fenicio e della prima lettera dell’alfabeto ebraico. Essa ha come corrispondente greco l’alfa, come corrispondente arabo l’ alif e da questa lettera si è originata anche la A latina.

Identifica il numero che contiene tutti i numeri e i matematici lo usano come riferimento per il numero cardinale che definisce l’infinito.

E’ definito: “Il luogo che contiene tutti i punti, il luogo nel quale si trovano senza confondersi tutti i luoghi della terra visti da ogni angolazione.”

E’ da queste definizioni che partiamo per spiegare cos’è il Collettivo Aleph.

E’ prima di tutto un Collettivo.
E’ un insieme di persone, ognuna diversa dall’altra, che hanno scelto di condividere le loro passioni, desideri, speranze, angosce, dubbi, insomma, la loro “persona” con gli altri membri.
Non esistono gerarchie e strutture verticali, e le scelte del collettivo vengono prese attraverso un processo decisionale consensuale.

Ma anche il nome Aleph ha un suo perchè.
L’Aleph è considerato da molti critici un punto di partenza. Una partenza che lo stesso Borges, nella sua definizione del tempo come durata, e più specificamente come negazione stessa del tempo, non trova un arrivo, ma solo una direzione.
Il Collettivo Aleph è così per noi un punto di partenza.
Un laboratorio politico che non fornisce tutte le soluzioni ma che lavora in una ben determinata direzione.

“il diametro dell’Aleph sarà stato di due o tre centimetri, ma lo spazio cosmico vi era contenuto, senza che la vastità ne soffrisse. Ogni cosa…era infinita, perché io la vedevo distintamente da tutti i punti dell’universo.”
Jorge Luis Borges