Da qualche giorno a questa parte il Palazzo Bernini o, per meglio dire, i suoi abitanti, sono oggetto di un’odiosissima iniziativa di un consigliere della III Municipalità, tale Santi Bosco (PDL): una raccolta firme degli abitanti del quartiere per chiedere al Sindaco lo sgombero immediato degli abitanti del Palazzo Bernini.
Consideriamo questa azione doppiamente subdola non solo per il suo significato, ma anche perché tiene del tutto all’oscuro le decine di famiglie oggetto della petizione che, in questo modo, non hanno la possibilità di ribattere e spiegare la propria condizione. Basterebbe solo questo per condannare non solo chi ha promosso la raccolta firme, ma anche chi vi ha partecipato, firmandola. Ma non è tutto.
Considerata l’ignominia dell’azione, ci sentiamo di chiarire una serie di punti che ci stanno a cuore, non solo per le colossali balle montate ad arte da chi si sente in piena campagna elettorale, ma soprattutto per gli abitanti del Palazzo Bernini, che pare non debbano avere voce in capitolo.
- Sia ben chiaro alla II e alla III Municipalità e a chiunque altro abbia rilasciato dichiarazioni sul palazzo (ci riferiamo ovviamente alla Raciti del PD e a Di Salvo del MPA) che lì dentro non vivono solo ROM, ma anche RUMENI, BULGARI, qualche ragazzo Africano e anche una coppia italiana. Si pregano quindi i signori di INFORMARSI DECENTEMENTE PRIMA DI PARLARE DI SITUAZIONI CHIARAMENTE A LORO SCONOSCIUTE.
- Essere bene informati significa, infatti, poter proporre delle soluzioni realistiche e attuabili. Data la composizione del palazzo, quindi, l’ubicazione delle famiglie del Palazzo dentro dei campi è improponibile per due motivi principali: ROM non sempre significa “campo e roulottes”, per questo alcune famiglie, pur essendo ROM, non si sono sentite di vivere dentro ai campi attivi; essendo molti degli abitanti semplici Rumeni o Bulgari, la sistemazione dentro ai campi è, per ovvie ragioni, PRIVA DI OGNI SENSO umano e civico;
- Rispetto alle condizioni igenico-sanitarie: diffidate di chi dichiara (Di Salvo, MPA) che le famiglie del palazzo usufruiscono “chissà come” dell’allaccio idrico. Chiunque abbia messo piede anche solo al primo piano delle palazzine dello stabile sa, con sicurezza, che L’ACQUA CORRENTE NON C’E’; chiunque abbia ancora la capacità di vedere coi propri occhi, e non con quelli di un politico arrivista o un giornalista incapace, può facilmente notare il viavai di bottiglioni riempiti alla fontana di Piazza Michelangelo trasportati, a fatica, da donne e uomini. Con ciò vogliamo far capire che a tutti, di qualunque cultura, classe sociale ed etnia, che in assenza d’acqua corrente, verrebbe complicato mantenere delle condizioni igenico-sanitarie di alti livelli.
- Prima di parlare e lamentarsi di un “notevole peggioramento della pulizia nelle strade e nelle piazze” chiediamo a Santi Bosco e a tutti coloro che hanno firmato la petizione di essere onesti con sé stessi e dire, ad alta voce, che voi tutti avete sempre avuto rispetto per le strade e le piazze del quartiere e che, quindi: non avete mai buttato una carta o un mozzicone di sigaretta per terra; tutti gli escrementi dei vostri cagnolini sono civilmente raccolti (per come la legge predispone) e non lasciati per terra nello spiazzale antistante il Palazzo, nell’area gioco dei bimbi e nelle aiuole della piazza di Largo Bordighera; le vostre strade e le vostre piazze sono ben fornite di cestini della spazzatura; è attiva e funzionante la raccolta differenziata in tutto il quartiere.
- Esigiamo delle spiegazioni e dei dati statistici, certi e affidabili, da parte di Santi Bosco circa “l’eccesivo aumento di scippi, rapine e furti” che ha registrato negli ultimi mesi, perché parlare per luoghi comuni è troppo semplice e triste se, l’oggetto della discussione, sono la vita e la dignità di decine e decine di persone.
- Aberriamo alla constatazione che nessuno, NESSUNO, compreso l’attento Santi Bosco, ha ancora chiesto al Comune e alla sua Amministrazione come è possibile che il Palazzo Bernini si trovi in queste condizioni di abbandono, come è possibile che non si sia sfruttato negli anni uno spazio così centrale per la città, cosa si intende attivamente fare nei confronti di quel Palazzo se si intende svuotarlo dei suoi abitanti.
A fronte delle mille contraddizioni che riscontriamo in ogni riga scritta, in ogni dichiarazione rilasciata alla stampa e la realtà dei fatti, preghiamo i residenti del quartiere a non lasciarsi scivolare nella pigrizia dei ragionamenti facili e indotti, ma di constatare di presenza la situazione del Palazzo.
Se pensate che sia difficile vivere nelle vostre belle case davanti al Palazzo, con acqua e luce, con le bollette pagate da un lavoro sicuro (e speriamo anche onesto) e la possibilità di provare a dare un futuro sereno e felice ai vostri figli, provate ad immaginare di essere per un giorno, un solo giorno, un abitante del Palazzo: non solo dovrete vivere senza acqua e con mobili di fortuna, ma proverete la sgradevole sensazione degli sguardi altrui sempre fissi su di voi e i vostri figli, pieni di pregiudizi e considerazioni aprioristiche, tipiche di chi passa dall’altro lato della strada e si preoccupa più della propria macchina che di un suo simile. Le persone che abitano il Palazzo non hanno altre alternative.
Per una volta, UNA SOLA VOLTA, vi chiediamo di riflettere se vi preme avere un palazzo abbandonato, chiuso e vuoto, lasciato ancora all’incuria e alla malavita VERA, oppure un palazzo sì occupato, ma vissuto da famiglie che altrimenti non avrebbero una casa, mantenuto in vita dalle loro storie che, certamente, potrebbero migliorare con un tetto sopra la testa.
Infine ci rivolgiamo direttamente all’Egregio Dottore Santi Bosco: se davvero le preme il “rispetto della persona umana” allora poteva risparmiarsi un mare di sciocchezze e uno spreco di carta così proficuo, parlando di “colonia” e di “invasione” neanche se stesse parlando di blatte o cavallette.
Con gli occhi di chi vede, con le mani di chi tocca, con la bocca di chi parla,
Collettivo Aleph
P.S.: Il testo della petizione che trovate allegata l’abbiamo rinvenuta IN MEZZO ALLA STRADA in via Cagliari