Questo pomeriggio al Tribunale di Messina si è tenuto il processo di Irene e Sergio, accusati di aver ferito un vigile urbano durante un presidio.
Dopo tre settimane di discutibili misure cautelari a cui sono stati sottoposti in attesa di giudizio (obbligo di firma per Irene e domiciliari per Sergio), oggi arriva la sentenza in primo grado: un anno per Sergio e sei mesi per Irene. Il Tribunale di Messina quindi continua a non smentirsi e decide di condannare Irene e Sergio per un fatto che non sussiste. Infatti la difesa ha presentato in sede processuale un video in cui chiaramente si vede come entrambi fossero fisicamente distanti dal vigile che si è ferito durante l’operazione di smontaggio di una tenda. Nonostante questa prova evidente, il giudice non solo ha condannato i nostri compagni ma ha anche deciso per una pena maggiore rispetto a quella richiesta dallo stesso PM.
Questa vicenda si era aperta in maniera losca quando le forze dell’ordine, dopo un lungo consulto con la digos durante il presidio, avevano deciso di portare in questura Irene e Sergio (per “essere identificati”) per poi comunicare loro che erano agli arresti domiciliari fino al processo. Continua in maniera vergognosa questa vicenda che, nonostante le prove schiacciati presentate, vede due compagni condannati per un fatto che non sussiste. Si esprime così, in maniera sconcertante, il marcio di un sistema che non fa altro che auto-tutelarsi, in barba all’evidenza. Scagionare Sergio e Irene oggi avrebbe significato ammettere che un pubblico ufficiale, sostenuto da una perizia medica, ha mentito, sapendo di mentire.
Quello che sentiamo adesso è sgomento e rabbia per una sentenza ingiusta a danno di due compagni. Sopra ogni cosa però la solidarietà e la vicinanza che sentiamo di esprimere verso Sergio e Irene, che sulla loro pelle stanno subendo un accanimento repressivo che in tutto il paese tante parti del movimento stanno subendo, allo stesso modo. Su questo ormai palese cambiamento di fase dovremo interrogarci. Per ora esprimiamo solo la nostra rabbia e la nostra solidarietà.
Non finisce qui.
Irene e Sergio liberi SUBITO!