25 APRILE – SEMPRE

Il 25 aprile per noi non è solo la commemorazione di ciò che è stata la liberazione dal fascismo grazie alla resistenza. Non può esserlo perché nella nostra diversità noi siamo antifascisti e resistenti ogni giorno.

In nome della crisi economica sono state vagliate misure economiche e sociali pesantissime. L’istruzione è stata resa inaccessibile e costosa, seppure non sempre la qualità garantita è alta; il lavoro reso precario e privo di garanzie, per cui il lavoratore diventa una pedina nelle mani di chi ha potere di spostarlo o eliminarlo dalla scacchiera di un mercato sempre più concorrenziale e dominato dal capitale; gli affitti rincarano e non riescono più ad essere pagati; chi si sposta da un paese in guerra o in carestia viene accolto dall’apparato repressivo dello stato pronto a trasferirli, lontano dagli occhi della gente, nei CIE o nei CARA per mesi e mesi, negando loro il diritto ad una vita migliore. Si sono chiesti tanti, troppi sacrifici per arrivare a tempi migliori e, dopo anni, ci ritroviamo con meno diritti e una classe politica sempre meno adatta e sempre più parassita, pronta a tagliare alle fasce più deboli senza toccare i poteri forti, pronta a calare la testa ai vertici europei. Numeri, pareggi in bilancio e finanza sono diventati più importanti di garanzie, diritti e sostegno alle fasce più deboli. Il dissenso, forte e deciso, che si è espresso in questi anni è stato trattato come un semplice problema di ordine pubblico e non come il segnale politico e sociale che la gente è stufa di subire le scelte prese in palazzi lontani. Per cui vengono occupati studentati e palazzi vuoti per dare possibilità agli studenti di studiare in assenza di borse di studio; gli sfratti vengono bloccati; i migranti evadono dai CIE in cerca di libertà e condizioni migliori in cui vivere; vengono praticate abitualmente autoriduzioni non solo nei luoghi della cultura ma anche nei supermercati. La volontà di non essere più determinati da altri è forte e si è espressa con forza lo scorso 19 ottobre, quando più di 100.000 persone hanno assediato Roma e i palazzi del potere, in una giornata priva di partiti o sigle ma organizzata da realtà di movimento. Per noi queste sono forme di resistenza quotidiana a quella repressione che si è vestita da democrazia e ha preso le sembianze di decreti e leggi approvate, comprese le ultime riforme del neo governo Renzi che vengono spacciate per la svolta epocale di cui tanto abbiamo bisogno.

Questa crisi, inoltre, è stato un terreno su cui, subdolamente e in maniera viscida, organizzazioni neofasciste si sono create degli spazi politici che da anni non avevano. Da Casa Pound a livello nazionale al Cervantes a livello locale, si sono travestiti da associazioni di volontariato per propagandare la loro politica squadrista e violenta. A Catania se da un lato si tenta di reprimere tutte le esperienze di socialità e politica libere e dal basso, dall’altra esiste lo Spazio Libero Cervantes, che all’occorrenza elettore diventa Catania è Patria e Assalto Studentesco nelle scuole, che continua indisturbata e spesso anche finanziata da giunte e partiti amici

. Noi quindi a Catania resistiamo e continuiamo ad essere antifascisti con i metodi che, seppur diversi, ci riuniscono proprio su questi due valori. Tramite i nostri collettivi e le nostre associazioni, occupiamo i nostri spazi, autogestiamo attività ed esprimiamo il nostro dissenso culturale e politico. Crediamo in una socialità libera e non consumistica, riprendiamo il degrado culturale e materiale di una città volutamente lasciata a sé stessa, andiamo nei quartieri dimenticati e creiamo nuove prospettive, rendiamo accessibili pezzi di cultura altrimenti rinchiusi in biblioteche anonime e lontane. Scendiamo in piazza in maniera unitaria condividendo ed esprimendo le nostre diverse esperienze di resistenza giornaliera, senza mai dimenticarci di essere antifascisti. Come in Val di Susa o a Niscemi, in cui i movimenti NoTav e NoMuos hanno deciso di contrastare grandi opere e militarizzazione del territorio, pensiamo che la resistenza non è finita ma continua ogni giorno, nelle città e non solo.

Il 25 aprile per noi non è commemorazione.

Il 25 aprile per noi è lotta quotidiana.

Collettivo Aleph – Mangiacarte Libreria Sociale – CSO Auro – Individualità Anarchiche – Koordinamento AutOrganizzato Studentesco

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