Che la situazione abitativa a livello nazionale sia profondamente drammatica lo si sente ogni giorno. Gli sfratti emessi in Italia solo nel 2012 sfiorano i 70.000, con un aumento di più del 6% rispetto all’anno precedente. Sfratti emessi ed eseguiti spesso senza considerare i contesti in cui le morosità derivano dall’impossibilità di pagare affitti sempre più alti.
Catania non è da meno, ovviamente.
Per gran parte delle famiglie catanesi che non possiedono una casa, il 40% del budget familiare è impegnata per pagare l’affitto. Infatti, i casi di morosità sono talmente tanto aumentati che, solo nel 2011 Catania era al quarto posto in tutta Italia per il numero di sfratti emessi, la maggior parte dei quali motivati, appunto, per morosità dell’affittuario. Nel 2012 gli sfratti eseguiti sono leggermente diminuiti, a fronte di 2550 richieste.
Ma non è tanto negli sfratti che si può leggere la reale emergenza abitativa.
L’ultimo bando pubblicato dallo IACP per l’assegnazione di case popolari risale al 2000. Solo in quell’occasione, le richieste arrivarono a 11.000, per un’offerta di case disponibili pari a zero. Infatti, vennero pubblicate delle graduatorie, poi aggiornate nel 2006 e nel 2009, che portarono solo all’aumento delle richieste a 13.300, senza assegnare un solo alloggio. Ma non è tutto. Se, tra Comune e IACP gli alloggi popolari disponibili sono 11.300, di investire in nuova edilizia popolare non se ne parla nemmeno. Eppure i fondi ci sarebbero. La Regione Sicilia ha infatti circa 300 miliardi di euro che possono essere utilizzati in edilizia abitativa. L’unico modo per accedervi, però, è scrivere dei progetti. Cosa tanto semplice e ovvia quanto difficile per un Comune etneo e uno IACP che mai, negli anni, hanno presentato delle proposte alla Regione, come se non ne sentissimo l’esigenza pressante. Intanto, mentre le graduatorie sono bloccate, le assegnazioni congelate e i fondi disponibili inutilizzati, non solo continuano gli sfratti ma anche gli sgomberi di quegli immobili pubblici inutilizzati e occupati legittimamente da famiglie senza casa. Ricordiamo il Palazzo delle Poste, il Palazzo di Cemento e il Palazzo Bernini.
Eccola quindi la nostra bella Catania, fatta di sfratti, sgomberi e carenza di case popolari, che esulta perché, dopo anni, ha la promessa di assegnazione di 80 alloggi entro il 2015: 80 alloggi contro le 13.300 richieste.
Da esultare per noi c’è poco. Con questa Catania non solo abbiamo poco a che fare, ma la vogliamo cambiare.
I bisogni collettivi, come quello di avere un tetto sopra la testa, non possono aspettare i tempi biblici degli enti invischiati in azioni giudiziarie o battibecchi istituzionali. Se qualcuno ha bisogno di una casa ora, ora è il momento a cui rispondere a tale bisogno. Per questo crediamo sia assolutamente legittimo e giusto bloccare quegli sfratti di famiglie che l’affitto non possono pagarlo e che non hanno altra soluzione, occupare gli sfitti, pubblici e no.
Con questa giornata di mobilitazione nazionale a livello locale inizia una settimana di mobilitazione che vedrà il culmine nella grande manifestazione del 19 Ottobre a Roma, in cui i palazzi del potere verranno assediati, per casa e reddito garantiti per tutte e tutti.